Pino Pelloni e l’Associazione “Amici del Premio FuggiStoria” hanno deciso di assegnare un riconoscimento speciale all’Archivio Storico diocesano di Segni per l’importante rinvenimento di una postilla, in un incunabolo del 1491, la Naturalis historia di Plinio il Vecchio, che ha permesso una nuova datazione non solo per il ritrovamento del gruppo marmoreo del Laocoonte, ma anche per gli stessi Musei Vaticani, la cui nascita, da cinquecento anni, si fa decorrere da quella data.

Una copia della Menorah di Anticoli verrà consegnata alla preziosa istituzione culturale segnina in occasione della premiazione della IX edizione del Premio FiuggiStoria-Lazio Meridionale che si terrà sabato 22 settembre presso la Sala Consilare del Comune di Fiuggi.

L’Archivio Storico “Innocenzo III” è propriamente un archivio ecclesiastico della diocesi suburbicaria di Velletri-Segni in cui sono state riunite le carte degli archivi della Cancelleria Vescovile di Segni, del Capitolo della Cattedrale, del Seminario nonché i registri anteriori al XX secolo delle parrocchie del territorio che hanno lasciato le vecchie sedi, a volte poco accessibili, per entrare in una nuova realtà sicuramente più consona. L’edificio che ospita l’archivio è quello del Seminario Vescovile di Segni, sorto nel XII secolo come palazzo apostolico sulle rovine dell’acropoli: vi abitarono, seppure per brevi periodi, oltre ad Eugenio III che lo fece costruire, anche Lucio III, Alessandro III e lo stesso Innocenzo III. Dopo varie vicissitudini fu adibito a seminario dal vescovo Ph. M. Ellis, cappellano dell’ultimo re cattolico d’Inghilterra Giacomo II Stuart, su espresso mandato di Clemente XI. Più particolarmente i locali dell’archivio occupano una parte dell’ala costruita nella prima metà del secolo XIX, all’imbocco di via San Pietro, che già ospitò la scuola dei seminaristi.

L’Archivio è operante dal 1998, dopo una profonda ristrutturazione succeduta ad un cinquantennio di abbandono e degrado, svolgendo una intensissima attività che ha visto un impegno su due fronti: da un lato il lungo e difficile riordino dei documenti per la loro fruizione (che ha portato peraltro alla realizzazione fino ad oggi di più venticinque tesi di laurea), dall’altro l’attività di promozione culturale. Quest’ultima si è realizzata con l’organizzazione in proprio di alcune mostre e la partecipazione ad altre tenutesi a Roma. A tutto ciò si è unita l’attività scientifica vera e propria, con numerose pubblicazioni a firma dei curatori dell’archivio. L’Archivio ha dunque fatto in questi anni un lungo cammino, confermato, tra l’altro, da alcune importanti donazioni, quale il caso delle Religiose del SS.mo Sacramento con il loro archivio dei secc. XVIII-XX o di alcuni privati con manoscritti e opere d’arte di varie epoche, come il caso dello scultore Giuseppe Cherubini.

Quale logica estensione della documentazione cartacea, nel 2004 fu costituito un archivio fotografico con un sofisticato software in grado di recepire ad altissima definizione le immagini di fotografie, cartoline, incisioni, ecc. relative al territorio lepino. In seguito, nell’ottobre 2007, gli eredi del card. Angelo Felici hanno donato all’Archivio la biblioteca personale del loro illustre congiunto, che consta complessivamente di circa 2.000 unità, tra volumi, opuscoli e fascicoli. Più recentemente c’è statala donazione del pronipote di Aminta Milani, archiatra di Pio XI, che ha lasciato all’Archivio preziosissimi documenti e reperti appartenuti al suo avo.

(com.unica, 18 settembre 2018)